Le Rivoluzioni Inglesi

Le rivoluzioni inglesi del Seicento furono eventi cruciali per la storia politica e sociale dell'Inghilterra. Esse segnarono il passaggio dal potere assolutista a una monarchia costituzionale e influenzarono profondamente l'assetto della politica europea.

Perché fallì il progetto assolutistico della dinastia Stuart?

Nel Seicento, i re Giacomo I (1603-1625) e Carlo I (1625-1649) tentarono di concentrare il potere nelle loro mani, cercando di imporre un assolutismo simile a quello di altri sovrani europei. Tuttavia, a opporsi a questo progetto non fu tanto la nobiltà tradizionale, ma una piccola nobiltà di campagna (gentry), mercanti, commercianti, artigiani e proprietari agricoli. Questi ceti avevano una particolare influenza grazie alla Camera dei Comuni, uno dei due rami del Parlamento. Il tentativo di ridurre il potere del Parlamento portò a un conflitto che sfociò in una serie di crisi politiche e militari, culminando nella guerra civile inglese.

La guerra civile inglese

La guerra civile scoppiò nel 1642, quando Carlo I tentò di arrestare alcuni suoi oppositori all'interno del Parlamento, portando a uno scontro armato tra le forze del re e quelle parlamentari. Le forze parlamentari, conosciute come le "teste rotonde", erano guidate da Oliver Cromwell, un puritano che riuscì a prevalere nella battaglia decisiva di Naseby (1645). La sconfitta di Carlo I portò alla sua cattura, processo e decapitazione nel 1649, segnando la fine della monarchia assoluta e l'instaurazione della Repubblica inglese sotto Cromwell.

Oliver Cromwell e la dittatura

Oliver Cromwell (1599-1658) divenne il leader della Repubblica che emerse dopo la caduta della monarchia. Durante il suo governo, Cromwell instaurò una dittatura militare, sopprimendo brutalmente ogni forma di opposizione. La sua politica autoritaria si estese anche alla Scozia e all'Irlanda, che furono sottomesse tramite dure campagne militari. La sua presa del potere e la sua opposizione al Parlamento segnarono l'inizio di una fase di governo che fu una delle prime dittature moderne. Cromwell mantenne il potere fino alla sua morte nel 1658.

La “Gloriosa Rivoluzione” e il Bill of Rights

Nel 1685, il re Giacomo II (1633-1701) cercò di restaurare il cattolicesimo e l'assolutismo, scatenando una reazione tra i parlamentari. Per evitare il ritorno dell'assolutismo, il Parlamento chiese l'intervento di Guglielmo III d'Orange, sovrano protestante dei Paesi Bassi, che nel 1688 sbarcò in Inghilterra. La "Gloriosa Rivoluzione" portò all'abdicazione di Giacomo II senza combattimenti e all'ascesa di Guglielmo III e della moglie Maria II al trono. Guglielmo III accettò il Bill of Rights, una legge che limitava i poteri del sovrano e garantiva diritti fondamentali, come l'approvazione parlamentare per le tasse e l'adozione di leggi. Con questa rivoluzione, l'Inghilterra divenne una monarchia costituzionale.

La fine della guerra civile e la nascita del Commonwealth

Il conflitto tra il re Carlo I e il Parlamento segnò anche la fine della monarchia assolutista in Inghilterra. Dopo la sconfitta del re, nel 1649, venne proclamata la Repubblica di Inghilterra, conosciuta come il Commonwealth. Questo regime repubblicano fu diretto sotto il governo di Cromwell, che divenne Lord Protettore, mantenendo un potere assoluto. L'Inghilterra divenne una repubblica unita con l'Irlanda e la Scozia, ma la sua stabilità fu messa alla prova dalla repressione delle opposizioni interne e dalle tensioni sociali. Dopo la morte di Cromwell nel 1658, il Commonwealth crollò e la monarchia venne restaurata con Carlo II nel 1660.

Il “Bill of Rights” e la monarchia costituzionale

Il Bill of Rights, firmato da Guglielmo III nel 1689, costituì un momento fondamentale nella storia della monarchia britannica. Esso limitava i poteri del monarca e sanciva una serie di diritti fondamentali dei sudditi, tra cui il diritto a elezioni libere e frequenti, la libertà di espressione e la protezione contro le leggi arbitrarie. In particolare, il sovrano non poteva più imporre tasse senza il consenso del Parlamento. Questo atto segnò la trasformazione dell'Inghilterra in una monarchia costituzionale, in cui il potere del re era subordinato alla legge e al Parlamento, garantendo un sistema politico più equilibrato e democratico.

Le conseguenze della Gloriosa Rivoluzione

La "Gloriosa Rivoluzione" del 1688 ebbe ripercussioni durature sulla politica inglese e sull'intera Europa. Essa rafforzò l'idea che la sovranità risiedesse nel Parlamento piuttosto che nel monarca. Inoltre, la monarchia costituzionale inglese divenne un modello per altri stati europei, che seguirono l'esempio dell'Inghilterra nel limitare i poteri del sovrano e nel favorire l'affermazione dei diritti civili. L'Inghilterra, dopo questo evento, si consolidò come una delle democrazie più avanzate d'Europa, influenzando profondamente la storia politica mondiale.