La Costituzione è l’insieme delle leggi fondamentali che regolano l’organizzazione e la struttura di uno Stato.
La Costituzione della Repubblica Italiana è stata approvata dall’Assemblea Costituente, eletta dal popolo italiano dopo un ventennio di dittatura, è stata promulgata dal Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, è entrata in vigore il 1 gennaio 1948 ed è, almeno in linea teorica, tuttora in vigore.
La Costituzione italiana è una costituzione rigida (può essere modificata solo dopo due successive deliberazioni delle Camere, a intervallo non minore di tre mesi… dura lex sed lex). Una caratteristica importante della Costituzione è che tutte le altre leggi dovrebbero conformarsi ad essa e non contraddirne lo spirito.
L’articolo 11 della Costituzione italiana recita:
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
L’Italia è da pochi anni uscita da una guerra disastrosa, la Seconda guerra mondiale (che fu vinta, essenzialmente da UK, USA, URSS e Francia), e la ovvia volontà di pace si esplicita in un’importante dichiarazione di principio.
L’Assemblea Costituente, l’insieme delle persone che discusse e approvò la Costituzione, si trovò del tutto concorde nell’approvare questo articolo che ripudia la guerra come strumento di offesa verso gli altri popoli: da un lato era ben salda la volontà di non ripetere gli errori del regime fascista, dall’altro l’Italia si trovava in uno stato di profonda miseria che era il risultato della tragica scelta di partecipare a quella guerra.
La seconda parte dell’art. 11 – pensata per consentire l’adesione a un nuovo organismo sovranazionale, come l’ONU – è stata generalmente interpretata come fondamento giuridico per legittimare l’adesione ad operazioni internazionali.
Negli ultimi anni infatti si è posto più volte il problema della partecipazione italiana ad interventi che implicano l’uso della forza armata con modalità belliche. Secondo alcuni questi interventi sono privi delle necessaria legittimità costituzionale; altri ritengono ammissibile la partecipazione italiana per la tutela dei diritti umani.
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