Nel 553 Giustiniano riuscì a chiudere vittoriosamente la guerra contro gli ostrogoti e quindi a riconquistare l’Italia. La penisola era stata però devastata da un ventennio di guerra, cui erano seguite carestie e pestilenze.
L’anno avanzava verso l’estate e già il grano cresceva spontaneo, non in tale quantità però come prima, ma assai minore: poiché non essendo stato interrato nei solchi con l’aratro, né con mano d’uomo, ma rimasto alla superficie, la terra non poté fecondarne che una piccola parte. Né essendovi alcuno che lo mietesse, passata la maturità, ricadde giù e niente poi più ne nacque.
La stessa cosa avvenne pure nell’Emilia; perciò le genti di quei paesi, lasciate le loro case, si recarono nel Piceno pensando che quella regione, essendo marittima, non dovesse essere totalmente afflitta dalla carestia.
Né meno visitati dalla fame per la stessa ragione furono i toscani, dei quali quelli che abitavano i monti, macinando ghiande di quercia come grano, ne facevano pane, che mangiavano. Ne avveniva naturalmente che venissero colti da malattie di ogni sorta, solo alcuni uscendone salvi. Nel Piceno si dice che non meno di cinquantamila contadini romani morissero di fame, ed anche molti di più al di là del golfo ionico. Tutti divenivano emaciati e pallidi, e la loro carne, mancando di alimenti, secondo l’antico adagio consumava se stessa […]. Vi furono alcuni che sotto la violenza della fame si mangiarono l’un l’altro. Ben molti travagliati dal bisogno della fame, se mai trovavano qualche erba, avidamente vi si gettavano sopra, e appuntate le ginocchia cercavano di strapparla dalla terra, ma non riuscendo, perché esausta era in loro ogni forza, cadevano morti su quell’erba e sulle proprie mani. Né v’era alcuno che li seppellisse, perché a dar sepoltura nessuno pensava; non erano però toccati da alcun uccello dei molti che sogliono pascersi di cadaveri, non essendovi nulla per questi, poiché, come ho già detto, tutte le carni la fame stessa aveva già consumato.
da Procopio di Cesarea, Storia delle guerre di Giustiniano
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